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martedì 5 maggio 2015

SCUOLA PRIMARIA - ALLARME PLURICLASSI

Cara Luna,
avrei bisogno di alcuni chiarimenti per sapere che cosa sta succedendo...
Non sono impazzita e so che questa lettera solleverà un polverone da paura, ma quando è ora è ora!

ARGOMENTO: SCUOLA PRIMARIA

Come ben sappiamo nel nostro territorio sono funzionanti due scuole: la principale, quella di Palagano, divisa per ogni classe e quella di Monchio, con le pluriclassi. Pare però che dal prossimo anno, anche a Palagano, mancheranno bambini per raggiungere il numero sufficiente che possa evitare le pluriclassi. A questo punto chiedo: VERRANNO PRESI PROVVEDIMENTI DA CHI DI DOVERE O CI TROVEREMO CON DUE SCUOLE PLURICLASSE?

Prima di scaldarvi provate a riflettere su alcuni punti:
1) quanto costa a noi cittadini mantenere due mezze scuole?
2) è meglio pensare all'apprendimento dei nostri figli o intestardirci su inutili e dannosi campanilismi?

Si predica tanto la solidarietà e la collaborazione, ma quando si toccano certi argomenti tutte le belle prediche sfumano in dannose polemiche. Bisogna pensare che tutti vorremmo tutto: negozi, scuole, impianti sportivi ecc., ma la realtà è che non sempre si puà avere tutto. Anzi, il più delle volete si è costretti a rinunciare a dei servizi fondamentali, come già successo (uffici postali, scuole, uffici sanitari ecc.). Se poi aggiungiamo anche le difficoltà finanziarie sia pubbliche che delle famiglie, dovute alla crisi, dobbiamo valutare seriamente a cosa bisogna rinunciare per far si che tutti possiamo permetterci una vita serena e pagare le tasse, non come a Montecarlo, ma come in un comune di montagna con tutte le sue difficoltà!
Mi aspetto una reazione da parte di qualcuno che sicuramente porterà alle solite ed inutili polemiche, ma ripeto: sono la prima a dire e a capire che ogni cosa tolta è un servizio in meno per tutti, ma penso anche che quando le poche risorse vengono utilizzate non per l'interesse comune, ma per testardaggine diventano uno spreco e un danno per tutti i cittadini.

Una mamma (che preferisce rimanere anonima)



8 commenti:

  1. mettere un bambino di sei anni su di un pullmino per 50 minuti al giorno è propedeutico all'apprendimento?

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  2. No, non e' il caso di chiamare la protezione civile, non c'e' nessun allarme. E se a palagano per ragioni tecniche rischiate anche voi di prendervi la pluriclasse, vedetelo come gran manna dal cielo, come opportunita' che dovevate forse anticiparla voi come scelta pedagogica. La pruliclasse stimola la solidarieta' e aiuta il lavoro di squadra (proprio quello che c'e' bisogno in tutti i rami produttivi). Aiuta i piu' deboli a integrarsi, a ripassare le materie dove hanno carenze, e sentirsi utili al gruppo. E i piu' bravi, imparano a spiegare, imparano a rapportarsi agli altri perche' degli altri avranno anche loro bisogno tutta la vita. E alla fine insegna a tutti che ognuno e piu' o meno bravo in cose diverse. La pluriclasse favorisce le relazioni, la solidarieta' e la condivisione di conoscenze -- come si lavora a google e facebook nella Silicon Valley. Parola di genitore di due bimbi della scuola di Monchio, dove per anni ci si e' rassegnati alla pluriclasse, per poi pian piano scoprire che nella pluriclasse si nasconde la via e il metodo per una pedagogia piu' umana, meno competitiva e piu' efficace. E siamo solo all'inizio. W la pluriclasse

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  3. Non mi pare così univoca la questione e non penso si possa ridurre ad un referendum. Io non mi addentro in discussioni su nuove teorie pedagogiche, per le quali non ho la minima competenza. Ci saranno pro e contro (di certo) per entrambe le proposte.
    Credo però che se si segue questo principio ogni borgata dovrebbe avere la propria scuola, in cui bambini vanno di certo a scuola a piedi, ma si confrontano con più insegnanti che compagni (di qualsivoglia età). Questo è corretto in termini di confronto/crescita ecc.?
    Ma purtroppo temo che qualsiasi discussione sparirà a fronte della mancanza di risorse del pubblico.
    Un principio del genere, mantenere un gran numero di scuole con un numero di alunni molto limitato, applicabile a qualsiasi altro piccolo Comune d'Italia, è sostenibile in questo momento storico?

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  4. Io non ho capito una cosa: di cosa stiamo parlando? Della qualità degli apprendimenti degli alunni del nostro territorio oppure del costo di un servizio?
    Mi pare che i piani siano ben distinti tra loro.
    Se la preoccupazione della mamma anonima è la qualità dell'apprendimento allora credo che il suo ragionamento, parlando di allarme pluriclasse, di rischio da evitare, sia forse dettato dalla paura nei confronti di un'esperienza che non conosce.
    Anche l'intervento di Daniele parte sostenendo che non si addentra in teorie pedagogiche, ma poi si chiede se per la crescita di un bambino sia corretto che un alunno vada a scuola nel proprio piccolo paese. E questa è una domanda che entra nel merito di questioni pedagogiche.
    Ora, partendo dal presupposto che non esiste un'organizzazione scolastica perfetta, faccio presente che:
    la pluriclasse, cioè l'organizzazione scolastica in cui bambini di età diverse lavorano insieme, è un modello pedagogico adottato da tempo in molti territori del nord Europa in base al principio che un bambino NON apprende in base alla sua età anagrafica. Ogni bambino è diverso dall'altro e impara in modo diverso. E' compito degli insegnanti trasformare questa diversità in risorsa, adottando metodologie e pratiche di insegnamento cooperativo, a classi aperte e per gruppi di livello, metodologie da tempo attivate nella pluriclasse.
    Ci sono migliaia di esempi in tutta Italia (paese nel quale, per sua conformazione geografica, le piccole scuole di montagna sono tantissime) di esperienze incredibili realizzate proprio nelle pluriclassi che in questi anni sono spesso state laboratori d'innovazione e sperimentazione. La scuola di Monchio, per esempio, è stata inserita nella rete del progetto Scuola@Appennino promosso dalla Regione Emilia Romagna e questo ha consentito di dotarla di strumenti tecnologici innovativi e all'avanguardia.
    Questo significa che è meglio la pluriclasse? No. Significa che è meglio la monoclasse? No. Significa che ogni territorio si organizza in base alle esigenze e ai bisogni della comunità che lì vive e trova soluzioni diverse per situazioni concrete diverse.
    Diverso non significa di serie A o di serie B. Quindi parlare di rischio, di allarme, di paure mi sembra un po' irrispettoso nei confronti di chi tutti i giorni entra in una pluriclasse. Prova ne è il fatto che dei ragazzi che sono usciti dalla scuola di Monchio negli anni passati alcuni hanno continuato gli studi, alcuni si sono laureati, alcuni hanno avviato attività, alcuni hanno smesso di studiare esattamente come i loro coetanei di Palagano, quindi non è una questione di qualità dell'insegnamento o di un peggiore apprendimento.
    E per chiudere alcune considerazioni...
    - è singolare che la richiesta di tagliare dei servizi venga dai cittadini. Sempre pronti a brontolare quando un servizio viene meno, ma in questo caso, addirittura viene invocato...
    - la scuola non è un'azienda, ma un servizio fondamentale ed è sempre un costo, in termini economici. Tutto sta nel fare in modo che questo costo sia proporzionato ai risultati ottenuti
    - in un piccolo paese la scuola è l'anima che tiene insieme la comunità, crea un legame con il territorio, crea relazioni tra famiglie. Sentire e vedere una scuola aperta, sentire le voci dei bambini che giocano, toccare con mano la loro presenza è qualcosa che rende quel paese un paese in cui vale la pena abitare.

    A me non pare di averne fatto una questione di campanile o di testardaggine.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Intanto ringrazio Patrizia per il contributo. Mi spiego meglio. Non voglio esprimermi su questioni pedagogiche in quanto non ho la competenza di giudicare teorie o metodi proposti (non so se la pedagogia del Nord Europa o le strategie applicate nella Silicon Valley siano più o meno corrette o applicabili al nostro contesto), ma quella che ho posto è una domanda banale su una questione che non mi pare fosse stata affrontata e che invece credo possa avere un peso, e cioè che mantenere istituti con un numero così ridotto di alunni possa avere anche aspetti negativi in termini di crescita e confronto.
    Detto questo immaginavo le considerazioni finali e brevemente vorrei tentare di rispondere.
    In primis non credo che ci si debba stupire se, a fronte di un cambiamento di condizioni, per una tematica così delicata si prendano in esame diverse possibilità, tra le quali quella di ridurre dei servizi. Io credo che un cittadino responsabile possa e debba ragionarne, senza pensare che i diritti acquisiti siano intoccabili.
    Punto due. La scuola non è certamente un'azienda, altrimenti non esisterebbe. Ma non sto parlando di abolire la scuola in quanto non portatrice di profitto economico, bensì di pensare a come renderla più efficiente. Se non si tratta di difendere uno status quo, allora io credo che, secondo un principio del genere, ogni piccolo Comune o frazione italiana in cui la scuola è stata chiusa o che ne desidera una, sarebbe legittimato ad averla. Sarebbe allo stesso modo giusto. Ma non di certo sostenibile.
    Infine. Certamente la scuola è un cardine della società e della comunità, tuttavia io voglio credere che non dipenda dall'istituzione in sé, bensì dalle persone che ne fanno parte. Tolta l'istituzione le persone rimangono e credo che possano e siano tenute a fare ancora di più per la comunità alla quale appartengono.
    Dopo essermi dilungato ci tengo davvero a ringraziare tutti per il dialogo. Questo blog ha senso per questo.

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  7. Cari tutti,
    grazie per i commenti. Certamente è lecito discutere dell’argomento.
    Sospenderei per un momento qualunque pregiudizio sul modello migliore, proprio per indagarne la validità. Entrambe le prospettive pedagogiche - pluriclasse oppure monoclasse – si propongono certamente di ottemperare nel modo migliore alla crescita e allo sviluppo del bambino, ma come lo fanno? Se nel primo caso la differenza di età e di ‘livello’ favorisce la collaborazione e la solidarietà, trascura però la necessità per il bambino del confronto con un adeguato numero di coetanei, che è invece garantita dal secondo modello. Un numero troppo esiguo (o inesistente) di compagni della stessa età, infatti, certamente limita le possibilità di condividere il percorso di crescita che accumuna i differenti periodi di sviluppo. Il rischio nelle pluriclassi credo sia quello di avere realtà troppo piccole, in cui la differenza di età, che probabilmente aiuta il lavoro di squadra, limita però la condivisione dello stesso ‘momento di crescita’.
    Forse sarebbe interessante applicare nelle scuole - organizzate in monoclassi - i vantaggi che le pluriclassi offrono e creare momenti o attività in cui bambini di età differenti possano collaborare tra loro. Ma addirittura mantenere due scuole di quest’ultimo tipo, distanti solo 15 minuti l’una dall’altra, potrebbe davvero sembrare come una mera presa di posizione. Se la monoclasse offre una buona opportunità in termini di educazione e se nel territorio comunale è presente una scuola non eccessivamente distante da tutte le frazioni, perché non sottolineare anche l’aspetto economico della questione? Ciò non significa prendere decisioni sconsiderate o trattare la scuola come un’azienda, ma operare scelte consapevoli in termini di risparmio della spesa pubblica. Risparmio che, in questo momento, mi pare essere un’esigenza condivisa. Infatti, anche tener conto delle risorse economiche a disposizione, per usarle al meglio, è un atteggiamento che guarda alla qualità della vita sociale. Dunque, che i cittadini chiedano di valutare questo tipo di problema è forse solo un atto di responsabilità nei confronti della comunità.
    In ogni caso, che se ne discuta è importante e potrebbe favorire la soluzione migliore.

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  8. Ho letto con attenzione tutte le vostre considerazioni in merito e da cittadina di questo comune, mamma di un bimbo che ha frequentato la scuola di Monchio , mi pongo alcune domande:1)perche' la questione dello spreco di denaro per la gestione delle due scuole e' emerso solo quest'anno?
    2) qualcuno conosce il costo reale della gestione delle due strutture e la cifra cui si andrebbe incontro centralizzando tutto ?
    3) un ulteriore calo di richieste di residenza in una frazione in cui sparisce una scuola per un comune e' un danno o un utile?
    mi piacerebbe poter ragionare su dati numerici per prendere una posizione concreta nei confronti di un argomento cui sono molto sensibile e poterne discutere, senza polemiche ma in modo costruttivo, sia con chi e' favorevole alla chiusura sia con chi e' contrario!
    Grazie a tutti per la possibilita' di questi confronti che ritengo veramente utili!

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